Pierre-Auguste Renoir (1841-1919)

Figlio di un sarto e di un’operaia, nasce a Limoges nel 1841. Nel 1844 la sua famiglia si trasferisce a Parigi. La sua formazione artistica è da autodidatta e il suo gusto si forma soprattutto sullo studio di Rubens e del Settecento francese. Nel 1862, frequentando i corsi all’École des Beaux-Arts, conosce Monet, Sisley e Bazille con i quali inizia a dipingere “en plein air”. Fra il 1870 e il 1871 viene inviato al fronte della guerra franco-prussiana. Nel 1872 dipinge spesso in compagnia di Monet ad Argenteuil. Per rendere gli effetti luminosi e lo scintillio dei riflessi dell’acqua, Renoir sostituisce le pennellate spesse del passato con piccoli tocchi di colore puro. Non dipinge solo paesaggi, ma nelle sue tele ricorre spesso la figura umana. Col tempo, sarà proprio la figura umana a prevalere, sostituendo del tutto la natura o relegandola a semplice fondale. Nel 1874 partecipa alla prima mostra degli impressionisti allestita nello studio del fotografo Nadar, a Parigi. Nel 1878 Renoir si stacca dal gruppo impressionista. Diventa un assiduo del Salon e comincia a ottenere un certo successo di pubblico. Parallelamente si dedica quasi completamente al ritratto. I soggetti sono perlopiù bambini e giovani donne rappresentate nella spensieratezza di un’atmosfera felice e gioiosa. La qualità principale di queste opere consiste nella straordinaria capacità del pittore di rendere con pochi tocchi di pennello l’incarnato delicato dei volti, lo splendore delle vesti, la ricchezza degli ornamenti. Dal 1879 inizia il suo ritorno alla pittura tradizionale. Nel 1881, in Italia, rimane colpito da Raffaello e dagli affreschi pompeiani e sente che la sua pittura ha bisogno di maggior rigore. Tra il 1883 e il 1887, il suo stile si evolve verso una maniera da lui stesso definita “agra”, caratterizzata dalla netta definizione dei contorni. Con gli anni Novanta, raggiunge fama e ricchezza. Nel 1898 si manifestano i primi sintomi di una grave malattia reumatica. Colpito dall’artrite deformante, negli anni successivi continua a dipingere con il pennello legato alle mani. Muore nel 1919 dopo aver terminato Le bagnanti, il suo testamento pittorico.

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