Giacomo Balla (1871-1958)

Nasce a Torino nel 1871 e si forma nell’ambito della pittura paesistica dell’Ottocento piemontese. Nel 1895 si trasferisce a Roma dove fa conoscere l’opera dei pittori divisionisti Previati e Pellizza da Volpedo di cui condivide tematiche e linguaggio pittorico. Nel 1900, rientrato a Roma dopo aver trascorso qualche mese a Parigi, riunisce nel suo studio di porta Pinciana alcuni giovani pittori desiderosi di uscire dalle strettoie dell’Accademia. Lo studio del colore e della luce, che caratterizza la sua opera divisionista, costituisce per Balla l’inizio di una linea di percorso che approda alle conquiste dinamiche del Futurismo che condivide col suo allievo e amico Boccioni. Nel 1910 sottoscrive i manifesti del movimento. La sua posizione nell’ambito del Futurismo è emergente, ma al tempo stesso autonoma per la visione pittorica totalmente astratta e geometrizzante, con quadrati, triangoli, trapezi, combinazioni di linee e fasce luminose, diagrammi fantastici che registrano le vibrazioni del colore e della luce. Nel 1929 firma il Manifesto dell’aeropittura. Nella seconda metà degli anni trenta ritorna a una produzione esclusivamente figurativa, a volte di tono intimista. Muore a Roma nel 1958.

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